La tavola triste dei tortellini sovranisti

Lo scandalo del giorno sono i tortellini con il pollo che – per i “sovranisti” – rappresenterebbero un’insulto alla tradizione italiana.

Credo che il vero insulto sia l’ignoranza culinaria dei sovranisti e della meravigliosa creatività tipicamente italiana con riferimento alla pasta ripiena. Parlano di “tortellini” ma siamo sicuri si tratti di tortellini e non di anolini, ravioli, agnolotti, mezze lune, tortelloni o tortellacci? In queste cose bisogna essere precisi direi…E poi che vuol dire che ci vuole necessariamente il maiale? Si certo, tutti amiamo il ripieno con lonza, mortadella e prosciutto crudo e io stesso – dovendo fare tortellini (pardon, mezze lune) per festeggiare il capitombolo di Salvini – ho ritenuto opportuno utilizzare carne di suino, per il gusto dell’ossimoro perché del maiale non si butta nulla, della Lega si butta tutto.


Però – egregi sovranisti di non si sa quale patria – i tortellini si farciscono con quello che si vuole ed è questo uno dei miracoli della cucina e – direi – della “way of life” italiana: fare faville con quello che c’è, con ciò che passa il convento. Ad esempio per la mia cena di laurea, visto che c’era Annalisa che è vegetariana preparai dei ravioli con ripieno di ricotta, radicchio rosso e funghi e nessuno chiese la revoca della cittadinanza, forse perché nel millennio scorso eravamo tutti più tolleranti e meno nevrotici.

A Mantova ho mangiato con grande gioia i tortelli di zucca (così simili ai cappellacci ferraresi) e a Torino gli agnolotti al plin, con ripieno di brasato di manzo. Non ho ancora assaggiato i casoncelli – caramelle ripiene di pane e grana padano tipiche del bresciano – ma spero di colmare la mancanza.  Così come spero di poter assaggiare i pansotti liguri, ripieni di bieta e erbe spontanee e i ravioli capresi, che nascondono all’interno la caciotta affumicata e la maggiorana.

Mia mamma, che di queste cose se ne intende, fa raviolacci con carne bianca (vitello e pollo), ricotta, spinaci e parmigiano reggiano e garantisco che nessuno ha mai lasciato la sua tavola in un turbine di indignazione. Aggiungo che una delle mie gioie da radicalchic è il tortello di cernia o pesce spada con un condimento di pomodorino e fasolari: non lo so fare, ma so dove lo fanno, anche se bisogna aprire il portafoglio. E – a proposito di cose che si aprono – che dire del “raviolo aperto” di Gualtiero Marchesi, famoso in tutto il Mondo anche per il suo ripieno di cappesante?

In Friuli, nella Carnia per la precisione, ci vantiamo dei cjarsions, un piatto della “cucina povera” diventato gioiello grazie al genio di Gianni Crosetti e quel piccolo miracolo che fu il Roma di Tolmezzo. Mezze lune di pasta di patata con un ripieno di ricotta fresca, marmellata, cacao amaro, rum, pera matura, cannella, sale, uva passa, biscotti secchi, conditi con burro e ricotta affumicata. Pesantucci? ahimè si, ma se ne mangiano 5-6 non 15-20.

Insomma, i “sovranisti” convinti che fuori dal ripieno di maiale non vi sia salvezza dimostrano ancora una volta di non conoscere e non capire questa nostra Italia “metà giardino, metà galera”. Cercano coerenza, purezza e monotonia in un Paese e una cultura che è grande grazie alle sue infinite contaminazioni, alla varietà dei suoi colori e dei suoi sapori.

Davvero pensate che questo Paese di “Santi, Poeti e Navigatori”, con i suoi 100 campanili e 100 gonfaloni possa avere un tortellino solo? E’ così noioso cenare con i sovranisti?

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6 risposte a La tavola triste dei tortellini sovranisti

  1. lascoltodelvenerdi ha detto:

    A qualcuno resterà… sul gozzo! 😉

  2. marckuck ha detto:

    Grazie Olgited! L’ascolto, spero resti sul gozzo alle persone giuste

  3. olgited ha detto:

    grazie a te!

  4. drkingpowerfully ha detto:

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  5. drkingpowerfully ha detto:

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