I tempi del Witan

In questi giorni per distrarmi dalla crisi di Governo sto guardando la stagione 2 de The Last Kingdom, una serie televisiva ambientata durante il regno di Alfred del Wessex, negli anni turbolenti delle guerre tra Sassoni e Danesi (IX secolo).

La serie è discreta, senza essere un capolavoro. Alcune incongruenze qua e la ma in fondo ci sono abbastanza strepiti, clamore e schizzi di sangue per fornire adeguato divertimento alle menti semplici come la mia. E poi non trascuriamo che tra i produttori c’è pure la BBC, quindi una certa qualità e affidabilità è garantita a prescindere.

Il protagonista – tal Uthred di Qualcosa – è un belloccio coraggioso e tonto, ma quello che mi intriga è la figura storica di Alfred, intento a costruire il suo sogno di una Inghilterra unita e cristiana. Non so praticamente nulla dell’Eptarchia Sassone e a malapena conoscevo sprazzi di vita, morte e miracoli di San Alfred il Grande (canonizzato sia per la Chiesa Cattolica che per quella Anglicana) ma quel poco che sapevo era sufficiente per farmelo piacere: noto come il “Giustiniano Inglese” per il suo impegno nella costruzione giuridica del regno, per la sua convinzione della superiorità della Legge in tempi in cui la regola era tagliare la gola prima di chiedere il nome di chi ti stava davanti. E poi il suo amore profondo per il mondo Classico e la fiducia nell’istruzione come risposta:

La paura può essere battuta con la conoscenza

Questa è una frase pronunciata durante un episodio. E quanto è vera, quanto moderno appare re Alfred rispetto a tutti quei politici straccioni e urlanti che prosperano solo grazie alla loro abilità di diffondere la paura e soffocare la conoscenza. Quanto poco “medievale” è talvolta il Medioevo.

Ogni tanto re Alfred convoca un’assemblea di notabili chiamata Witan e in uno degli episodi visti in questi giorni pronuncia la frase «parlate come fossimo soli: quando il Witan è riunito è come fosse un’unica persona». E mi è venuta in mente la formulazione tradizionale del Parlamento Inglese (The King in Parliament), che è tale solo quando tutti e tre i “corpi” del Regno – Sovrano, Lords e Comuni – sono contemporaneamente riuniti, il che avviene ormai solamente in occasione del King’s Speech, il Discorso del Trono, pronunciato dal sovrano in occasione dell’apertura della sessione parlamentare.

L’ultima volta che abbiamo assistito a un Queen’s Speech è stato nel 2017. Il tradizionale appuntamento è saltato nel 2018 e salterà nel 2019 per una semplice ragione: i politici al potere non sanno cosa dire sulla Brexit e – nel dubbio – preferiscono far finta di nulla. Niente Witan, dunque, per quest’anno e forse neppure per quello prossimo.

Se di Re Alfred so poco, del Witan non so nulla. Ma per fortuna ho rintracciato questo testo comprato lo scorso anno a Winchester (che fu la capitale del Wessex di Alfred, tanto per dire) che ha proprio un capitolo dedicato al funzionamento di quell’assemblea. E’ in inglese – ovviamente – quindi non vado spedito, ma sto leggendo e imparando.

Non è mai tardi per imparare qualcosa, non è mai sbagliato cogliere ogni occasione possibile – fosse pure una serie televisiva appena passabile – per imparare qualcosa, anche se non si sa se quello che si impara ci tornerà utile.

Ho superato i 50 anni, la mia vita scorre su binari ormai definiti, uno studio approfondito su un’assemblea politica che non si riunisce più da 11 secoli ha una utilità prossima allo zero per il mio quotidiano professionale. Potrei tranquillamente evitare di sforzarmi leggendo il Maddicott, in fondo esiste una voce italiana di Wikipedia che mi dice quello che serve sapere sul Witan.

Però leggo e studio comunque. Per me stesso. Per disciplina. Per orgoglio. Per curiosità. O forse – come avrebbe detto Alfred – «per scacciare la paura con la conoscenza». E Dio solo sa quanta paura provano in questi tempi le persone perbene, quando tutto attorno a noi è ogni giorno così diverso da quello che ci era stato insegnato essere il giusto.

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2 risposte a I tempi del Witan

  1. Salvatore ha detto:

    E’ semplicemente un bel racconto ambientato tra il IX e il X secolo, un buon excursus storico ovviamente romanzato, ma non del tutto improvvisato e senza pretese: Ottima la fotografia e bravi gli attori, in particolare David Dawson (Re Alfred), ma anche la traduzione e il doppiaggio condotti egregiamente. Nel complesso, complimenti e un meritato “otto più”.

  2. marckuck ha detto:

    Vero. Ma da una serie tv a sfondo storico questo ci si aspetta: fornire stimolo per ulteriori letture e approfondimenti.

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