Se solo Giorgia avesse visto “The Crown”

Il signore baffuto e con l’aria accigliata è noto agli spettatori di “The Crown“. Si tratta di Sir Alan “Tommy” Lascelles, primo segretario di Sua Maestà e uno dei villain della serie Netflix, rappresentando la voce e il volto della conservazione, della tradizione più inflessibile, sempre intento a troncare e deludere ogni tentativo di modernizzazione, di cambiamento anche timido nell’eterno rituale monarchico.

Sir Alan ha percorso i lunghi corridoi moquettati di Buckingham Palace per oltre 30 anni, seguendo in silenzio i passi di 4 sovrani, ed essendo un uomo notevolmente intelligente ha capito molte cose dell’intimo funzionamento del sistema istituzionale britannico. Così – all’inizio degli anni ’50 – pensò bene di inviare una lettera al Times (sotto pseudonimo) per illustrare i c.d. “Lascelles Principles“, vale a dire i casi in cui il sovrano del Regno Unito può rifiutare al primo ministro la richiesta di scioglimento anticipato della Camera dei Comuni. Secondo Lascelles, quindi, nel sistema britannico il primo ministro – così onnipotente – non può pretendere di decidere in autonomia della data delle elezioni, ma il sovrano può attivarsi per prolungare la legislatura qualora si presenti una delle seguenti tre ipotesi:

a) il Parlamento in carica è ancora legittimato, vitale e in grado di svolgere il proprio lavoro;
b) può essere individuato un nuovo primo ministro in grado di governare con una maggioranza politica stabile per un ragionevole lasso di tempo;
c) nuove elezioni sarebbero un danno per l’economia del Paese.

Questi principi sono così seri, ragionevoli e concordemente accettati da aver ottenuto il rango di “convenzione costituzionale” e – in quanto tale – figurano tra le “fonti” del diritto costituzionale britannico, come ricorda il sito ufficiale del Parlamento e come ripreso in diversi altri contesti, accademici e politici. Ad esempio, verso la fine del 2020, sir Malcolm Jack – che aveva fino a poco tempo prima ricoperto la funzione di Clerck of the House of Commons – assimilabile a quella del nostro segretario generale della Camera dei Deputati – nel corso di una audizione parlamentare sul tema del mantenimento o abrogazione della durata prefissata della legislatura affermava che “il Sovrano non è coinvolto nella politica di partito, ma è certo coinvolto nella politica generale. Tali decisioni [lo scioglimento del Parlamento] adottate sulla base dei Principi di Lascelles, sono una questione che riguarda la politica in generale, della quale il Monarca è quindi parte e non la politica di partito“.

L’essenza del “premierato” britannico – origine e modello di tutti i premierati – può dunque essere sintetizzata nel seguente modo:

a) il premier non è eletto direttamente dal popolo, ma legittimato dalla maggioranza parlamentare che gli concede la fiducia;
b) i membri della House of Commons sono eletti con il sistema maggioritario uninominale a turno unico e sono – ciascuno individualmente e tutti nel loro complesso – titolari della funzione di rappresentanza politica e sovranità parlamentare;
c) il Monarca – in quanto capo dello Stato – non è un mero notaio della volontà del premier, ma mantiene poteri politici propri che si attivano in caso di divergenza tra leader del governo e maggioranza parlamentare, acquistando in questo caso una funzione arbitrale, come accaduto diverse volte nel corso degli anni (forse il caso più macroscopico è stata la staffetta Wilson-Callaghan del 1974, con tanto di cambio nella base parlamentare del governo).

Oggi leggo che la presidente Giorgia Meloni e il suo governicchio intendono introdurre anche in Italia il “premierato”. Ma questo premierato sarebbe totalmente estraneo al modello originale, dato che il “premier” non sarebbe espresso dalla maggioranza parlamentare, bensì votato dal popolo, il Parlamento non potrebbe in alcun caso sostituirlo con altro premier (interpretazione hard della Meloni) quindi la sola alternativa alla crisi sarebbero le elezioni (con buona pace del principio di separazione dei poteri e di controllo del Legislativo sull’Esecutivo), mentre il presidente della Repubblica sarebbe spogliato del suo ruolo di “arbitro della crisi di governo” e dunque verrebbe a contare meno del Re d’Inghilterra. Il Parlamento – infine – verrebbe eletto con una legge elettorale con premio di maggioranza collegato al premier, su modello del sistema pensato per eleggere sindaci e presidenti di regione, e quindi avremmo il medesimo esito: l’assemblea cesserà di avere una funzione politica propria per diventare un “votificio” ad uso e consumo del Capo, che avrà il potere di ricatto sulla sua stessa esistenza. Già oggi il Parlamento non conta quasi nulla, ma dopo la riforma conterrà niente, proprio come non contano niente i consigli comunali e i consigli regionali.

Naturalmente, si sta discutendo di dettagli non secondari, come ad esempio la possibilità di nominare un diverso premier in caso di crisi, pur rimanendo nel perimetro della maggioranza politica, ma questo nuovo aspetto farebbe venire meno il principio che ogni parlamentare ricopre la propria funzione “senza vincolo di mandato” e nel solo rispetto dell’interesse nazionale.

Un presidente del Consiglio eletto direttamente dal popolo, la spogliazione dei poteri del presidente della Repubblica, un Parlamento controllato e privato di ogni possibilità di azione e i numeri sufficienti per controllare l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale e del presidente della Repubblica stesso.

No, presidente Meloni, questo non è “il premierato”, questa è una forma di dittatura elettiva, senza alcun contrappeso istituzionale. Non si pretende che Lei abbia letto Montesquieu per fare proprio lo “spirito delle leggi”, ma sarebbe stato bene se avesse almeno avuto il tempo di guardare qualche puntata di “The Crown“, così avrebbe visto Lascelles in azione e forse avrebbe capito che un sistema in cui il potere risiede nelle mani di uno solo non è mai un sistema che funziona bene.

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Una risposta a Se solo Giorgia avesse visto “The Crown”

  1. wwayne ha detto:

    Tra le serie tv targate Netflix è molto bella anche quest’altra: https://wwayne.wordpress.com/2023/04/02/io-e-linda/. L’hai vista?

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