Il Senato di Rubik. Una exit strategy

Il rebus del Senato sembra irrisolvibile. Sembra, ma è così? Rimettiamo i pezzi in fila…

  1. Il nostro sistema istituzionale si regge sul “bicameralismo perfetto”, il che significa – tra l’altro – che un governo per essere nella pienezza delle proprie funzioni deve ottenere la fiducia alla Camera e al Senato. Una sola non basta.
  2. Il Centrosinistra ha una saldissima maggioranza alla Camera e una ristretta maggioranza relativa al Senato.
  3. Al Senato nessuno ha una maggioranza sufficiente: CSX 123 seggi; CDX 117 seggi; M5S 54 seggi; Monti 19 seggi; Altri 2 seggi.
  4. Il PD non vuole fare il governo con il PDL e cerca l’appoggio di M5S.
  5. Il PDL vuole il governissimo, ma il PD dice no.
  6. Il M5S non vuole votare la fiducia al Governo, ma si dice disponibile a dialogare “caso per caso”, modello Sicilia
  7. Se nessuno cede, non c’è un governo nella pienezza dei poteri e quindi si deve andare a nuove elezioni.

Messa così sembrerebbe irrisolvibile, dato che nessuno degli attori principali sostiene una tesi accolta (in toto o in parte) da almeno uno degli altri. A vuole C, che non lo vuole. B vuole A che non lo vuole. C vuole che A e B stiano assieme, ma A non lo vuole. E quindi?

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Quindi, se io fossi Pigi Bersani, farei così: coinvolgerei il M5S nella gestione del Parlamento (attribuendo ad esempio un po’ di presidenze di commissioni, che sono più importanti di quanto non si creda). Quindi darei vita a un governo con pochi ministri, pochissimi (12-15, un terzo scelto fuori dalle Camere, tra persone di stimata competenza), con un programma molto snello e lasciando alla libera autonomia del Parlamento la legislazione day by day, accontentandomi di tenere sotto controllo i conti, rilanciare lo sviluppo, sostenere i redditi e mettere in cantiere una riforma minimal delle istituzioni, nonché la legge elettorale. 2-3 anni di lavoro, poi a metà legislatura si vede. Questo governo si dovrebbe presentare alla Camera, ottiene la fiducia ed è “a metà del guado”.

Quindi arriva al Senato. E ora? Lasciando da parte i senatori a vita e immaginando non sia difficile un accordo con l’area Monti e con i due indipendenti, i rapporti saranno così: 144 area governo, 117 area PDL, 54 area Grillo. E su questa base ricordiamo ancora cosa vuole M5S: “vogliamo il modello Sicilia. Cioè un presidente in carica che venga da noi a chiederci supporto sul suo programma e noi collaboriamo con lui”.

Cioè, vogliono un governo nella pienezza delle funzioni, ma non vogliono dargli la fiducia. Ma senza di loro, il governo la fiducia non la ottiene…

L’ipotesi A è che al momento del voto, M5S esca dall’aula, così finisce 144 per il governo, 117 per l’opposizione e fiducia ottenuta. Ok, però che fare, se anche il PDL (che in queste cose è assai scaltro) esce dall’aula? manca il numero legale e siamo da capo… Ipotesi B, M5S rimane in aula e si astiene. Non funziona, dato che al Senato i voti non dati valgono come voti contrari. E quindi?

Quindi la soluzione che consenta contemporaneamente al governo di nascere e ai M5S di rimanere formalmente all’opposizione e dare vita al modello Sicilia c’è: Considerato che la differenza tra CSX e CDX è di 27 seggi e che per evitare che manchi il numero legale in aula, oltre che ai parlamentari della maggioranza devono essere presenti almeno 16 dell’opposizione, il M5S rimanga in aula con 20 senatori e voti contro la fiducia al governo. A questo punto, la somma dei SI sarà comunque superiore a quella dei NO (144-137), il governo entra in carica ma M5S è formalmente un partito che non ha votato la fiducia al governo, ma libero di valutare “volta per volta”, proprio come volevano loro…

Insomma – ed il messaggio al Movimento 5 Stelle è questo – se vogliono il “modello Sicilia” devono aiutare a costruirlo. Altrimenti ci sarà solo il “modello Weimar”. Semplice vero? Poi dovranno pure governare se ci riusciranno, ma insomma, mica posso risolvere io tutti i problemi.

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20 risposte a Il Senato di Rubik. Una exit strategy

  1. Bianca 2007 ha detto:

    Lucido e saggio Marckuck che applica l’intelligenza cresciuta sulla Democrazia Costituzionale!
    E che,anche Grillo,ora,si assuma la responsabilità col “parlare” in “Parlamento” e non offenda più che,la Campagna Elettorale è finita.Ciao,MirkaFulviaBianca 2007

  2. condensatore alfa ha detto:

    E se in aula rimangono anche 8 del Pdl (votando contro, ovviamente)?

  3. marckuck ha detto:

    Condensatore… In aula possono rimanere tutti e 117 del pdl + 20 grillini e la somma fa 137, quindi il governo ha la maggioranza, sia se il PDL rimane e vota contro, sia se il PDL esce

  4. valeria ha detto:

    Complimenti Marckuck!
    Ti leggo sempre con interesse e ammiro la tua lucidità machiavellica e la tua competenza in materia politica. Il problema è che questa gente pentastellata non solo non capisce nulla di politica, ma fa pure un vanto della propria ignoranza.
    Leggere il tuo post, oggi, mi ha dato un po’ di sollievo dopo giorni di ambasce.
    Mi auguro che la tua ipotesi si avveri, anche se le speranze di un dialogo franco ed onesto con queste persone (presupposto per qualsiasi attività futura) sono davvero poche.

  5. Marco Rossi ha detto:

    sul piano dell’aritmetica non fa una grinza, sul piano della politica in sostanza tu proponi un governo di minoranza. E’ pur vero che c’è chi ha governato decenni con governi di minoranza (i socialdemocratici svedesi, tipo dal ’36 al ’91, se vi par poco) ma ciò sarebbe possibile solo se vi sia la ragionevole possibilità che il M5S, come io auspico, sia poi disponibile effettivamente a votare una serie di provvedimenti indispensabil e a comportarsi costruttivamente. Intendiamoci: l’esperienza dei grillini nei consigli comunali è che il loro comportamento sia sempre costruttivo e propositivo, e io credo che il gruppo parlamentare del M5S potrebbe effettivamente votare la fiducia o darla di volta in volta. Però più che l’aritmetica si tratta di condividere i nodi politici. Speriamo che Bersani ce la faccia, comunque…

  6. marckuck ha detto:

    @ Bianca e @ Valeria, grazie per le cortesi parole 🙂
    @ Marco condivido quello che scrivi, il problema è proprio quello. Io mi sono sforzato a inventare un escamotage per uscire dal pozzo. Poi, quello che succederà 24 ore dopo la fiducia, non lo so… A quel punto sarà una partita nuova. Ma forse per galleggiare, ci vorrebbe un Andreotti. Ha 94 anni, ma penso che il mandato esplorativo lo accetterebbe 🙂

  7. enortam ha detto:

    Mi spiace ma nulla di nuovo.Questa ipotesi è la prima proposta di un deputato ARS. Ma Grillo e Casaleggio lo hanno bacchettato subito sul blog e su Twitter è stato massacrato dai suoi. Poi come la metti con 60 deputati 5 stelle che si danno “malati”?? Non possono uscire per far nascere un governo e poi ipocritamente votare contro con i rimasugli. Proprio quella vecchia politica che dicono di combattere! Non regge!

  8. enortam ha detto:

    Pardon “34 senatori”

  9. guido77 ha detto:

    Brillante Marckuck, almeno sul piano dell’ingegneria parlamentare. Non vorrei però che a questo punto M5S, vistosi “scoperto” e non volendo governare perchè non sono pronti a confrontarsi con i problemi reali, si tiri indietro dicendo che è roba da prima repubblica. Certo “mica posso fare tutto io” 🙂

  10. marckuck ha detto:

    Enortam e Guido77 avete ragione. Io propongo un escamotage tecnico, ma il problema è e rimane politico…

  11. paolo ha detto:

    Bravo…adesso che il governo si è insediato, con il tuo sistema,
    e non fà nulla di quello che ha promesso…come farà il M5S a farlo sloggiare ???

  12. marckuck ha detto:

    Come fa a farlo sloggiare? propone una mozione di sfiducia (lo può fare semplicemente) che deve essere tassativamente discussa entro 3 giorni e gli vota contro. A questo punto, il governo cade.

  13. Pingback: Il minimo comune denominatore - Ivan Scalfarotto

  14. giodifab ha detto:

    Possibile risolvere problemi politici con marchingegni tecnici? Grillo, in un’ intervista ad un giornale americano, ha dichiarato che lui non si metterà mai d’accordo con i partiti in quanto “sarebbe come se Napoleone facesse un accordo con Wellington”. Il suo obiettivo è spazzarli via tutti.

  15. marckuck ha detto:

    Giodifab, vero… ma allora si faccia emergere che gioca allo sfascio… voglio vedere se ci obbliga ad andare al voto ancora un paio di volte in 6 mesi lo fa tanto trionfare…

  16. wow, Scalfarotto ti legge, speriamo che qualcun altro passi di qua e più spesso e possa leggere questi post.

    non nuocerebbero certo a certa sinistra.

  17. marckuck ha detto:

    Gionocio, potrebbe diventare un salotto buono, di quelli con la gente con la pashmina di cashmire

  18. bloccato a letto da un attacco di ernia, mi sto sorbendo edizioni su edizioni di Omnibus e Agorà, puntate di 8e1/2 e Ballarò e Piazza Pulita e Servizio Pubblico, e vedo sempre le solite facce, e sento le solite parole, il solito canovaccio, sempre più logoro, orchestrato dai vari giornaliste/i sulla crestina dell’onda, incuranti di fare le domande che vorremmo sentire, alternati ai contributi filmati tra gossip e retrobottega propinati da giornaliste/i rampanti in attesa di avere il loro cadreghino in studio e smettere di battere la strada inseguendo politici che non vogliono rispondere o facendo domande insulse a cittadini feriti dalla crisi.

    tutto sembra sospeso, come se le elezioni non ci fossero state.

    ascoltare la relazione di Bersani di ieri (per non parlare dell’intervento di D’Alema) è stato sconsolante. A chi credono di parlare quando parlano così? Chi dovrebbero convincere quegli 8 punti, generici come gli auspici di un’aspirante miss Universo per la pace nel mondo?

    non so se la nausea provata sia controindicazione delle iniezioni di Tora-dol (cercherò nel bugiardino), ma mi torna in mente la canzone di Battiato: Povera Italia.
    Povera Italia se penso agli elettori votanti il PDL, e al 25% di italiani renitenti al voto, e a quell’altro 25%, tra cui ci sono molte persone che conosco – ahimè, che voleva dare una lezione ai partiti, come il marito che si taglia i coglioni per punire la moglie infedele.

    e l’unica speranza è che, adesso, lo stanco Napolitano cavi un nuovo coniglio dal suo cilindro.

    mi scuso posticipatamente per lo sfogo.

  19. marckuck ha detto:

    Un coniglio dal cilindro? Temo che dal cilindro uscirà un ratto, di quelli con il pelo ispido e gli occhietti rossi…

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